«Durante le prime settimane della pandemia di coronavirus nel 2020, ho composto febbrilmente un “saggio”. Il risultato? Un saggio/racconto/poesia/narrativa speculativa di 20.000 parole sul fenomeno COVID-19. Rifiutando di reinscrivere la nostra centralità umana feticizzata negli avvenimenti che ci circondano, Io, Coronavirus si legge come un incrocio tra realismo magico, fabulazione speculativa, saggezza indigena yoruba, biologia e filosofia femminista neomaterialista. Al centro c’è un giocoso esperimento mentale: se il virus, oltre ad essere un agente patogeno, fosse un immigrato, una visita aliena, una forza archetipica che abbiamo sempre conosciuto ma che non sappiamo riconoscere?
In questa “cosa” intitolata Io, Coronavirus. Madre. Mostro. Attivista, in cui mi rifiuto di negare al “virus” la sua agency e di concedergli una voce (non romantica), parlo di fugacità, deiscenza, aperture e del perché i virus producono altre interpretazioni della vita-morte. Parlo come un uomo del cosiddetto Sud del mondo, come uno che desidera ardentemente un diverso tipo di mondo e come uno che attinge da conoscenze e arti invisibili su come vedere nell’oscurità. Scrivo non per offrire una visione d’insieme – una visione d’insieme è impossibile in un mondo estaticamente relazionale e diffrattivo nella sua materia – ma per suggerire e incitare sperimentazioni fuggitive all’interno di un paradigma di in-abilitazione.»
Vesione in PDF: 60 pagine, con illustrazioni originali di ©Jon Marro
Traduzione: Rebecca Rovoletto